Nebbia di neon, di chiodi velenosi,
di stelle accartocciate su velluto.
Tappeti rosso sangue e luminosi
coprono un groviglio di vissuto.
Rinchiuso, vesto solo le mie dita
di sogni infranti e sterminio di perché.
Violenza decadente della vita
sono inerme, appiattito dentro me.
Ruvide mani legano il mio viso,
giaccio e cammino, galoppo poltrendo,
indosso maschere, piango nel riso.
Universale violenza che affonda
dote, genio, impetuosità umana.
Granitico mare annego nell’onda.
j.m.
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